Nella scia dello studio pubblicato da Barbara Spaggiari nel 1992, l’etimologia del nome Marcabru è stata ancora oggetto di ricerche, la più recente delle quali è quella di François Zufferey (2007). Dopo aver dimostrato l’impraticabilità linguistica della soluzione proposta da Zufferey (mar- non può in alcun modo significare ‘maschio’), nel presente contributo si allarga il campo d’indagine agli studi di onomastica germanica, moltiplicatisi negli ultimi decenni, e - più in generale - all’onomastica medievale costituitasi in scienza autonoma nella seconda metà del secolo scorso. Oltre a confermare la giustezza delle conclusioni a suo tempo raggiunte da Spaggiari, l’indagine getta nuova luce sul congedo del sirventese n° XVIII di Marcabruno, permettendo una migliore comprensione delle varianti Brus Marcs e (Marca)bruna, e decifrando il senso dell’intera formula onomastica.

After Barbara Spaggiari’s contribution (1992), the etymology of Marcabru as a troubadour’s name has been discussed by some other scholars, and quite recently, by François Zufferey (2007). Beginning with a linguistic reassessment of Zufferey’s hypothesis (mar- cannot signify ‘male’), the present paper tackles afresh the etymological problem by taking account of the considerable progress which has been made in medieval anthroponymy during the last decades as regards both German and, more generally, medieval studies. Besides corroborating Spaggiari’s conclusions, the results of this enquiry shed light on the envoy of Marcabru’s poem XVIII, and more particularly, on such textual variants as Brus Marcs and (Marca)bruna, making it possible to comprehend the poem’s final lines in their full onomastic implications