La traduzione piemontese dell’alba di Giraut de Borneil, scoperta e edita nel 2014 da Nello Bertoletti, è un’importante testimonianza del passaggio a nord-ovest verso l’Italia della lirica dei trovatori. Trascritto da un copista ligure, il testo del componimento si rivela assai vicino a quelli del canzoniere T, contenente la canzone di Folchetto di Marsiglia tradotta da Giacomo da Lentini, e del testimone stravagante di Monaco, di mano di un siciliano. Il reperto pone una serie di interrogativi sul significato della traduzione, sull’ambiente in cui fu realizzata, sui motivi della sperimentazione di una nuova lingua poetica.
The Piedmontese translation of Giraut de Bornelh’s alba, discovered and edited in 2014 by Nello Bertoletti, is important proof of the Northwest passage to Italy of troubadour lyric poetry. Copied by a scribe from Liguria, the text of the song proves to be quite close to the version in Chansonnier T, which also contains the song by Folquet de Marselha later translated by Giacomo da Lentini, as well as that of the extravagant witness from Munich, transcribed by a Sicilian. This find leads to a series of questions concerning the sense of the translation, the milieux in which it was produced, the reasons for experimenting with a new poetic language.