Nella sua Chronica de sex aetatibus (814 ca.), Claudio di Torino riprende il tema topico per cui a un’unica lingua corrispondono diverse gentes. Nell’esempio, ispirato alla realtà contemporanea, la lingua è il latino e le gentes «Franci, Galli, Itali, qui et Romani, Langobardi, Hispani, Afri, Astures atque Vascones». In questa nota si cerca di capire che cosa si celi dietro questi etnonimi. L’impressione è che le diverse nazioni del mondo culturale latino siano identificate per lo più sulla base di criteri politico-territoriali, ma che in qualche caso anche l’elemento linguistico giochi un ruolo. Le parole di Claudio potrebbero essere dunque la prima descrizione, o almeno la prima delimitazione, dell’area linguistica romanza.
In his Chronica de sex aetatibus (c. 814), Claudius of Turin repeats the topos that a single lingua corresponds to different gentes. In the example, inspired by contemporary reality, the lingua is Latin and the gentes «Franci, Galli, Itali, qui et Romani, Langobardi, Hispani, Afri, Astures atque Vascones». In this note, an attempt is made to understand what lies behind these ethnonyms. The impression is that the different nations of the Latin cultural world are mostly identified on the basis of politico-territorial criteria, but that in some cases the linguistic factor also plays a role. Claudius’ words could thus be the first description, or at least the first delimitation, of the Romance linguistic area.